La vita
La vita regala
momenti indimenticabili, ma, di fronte all'inarrestabile determinismo temporale,
a cosa possono servire i ricordi di quei momenti? Solo a macerarsi
interiormente per l'impossibilità di arrestare il corso degli eventi e
fermarsi... Ma per quanto?
Per un attimo o
un'eternità?
E che valore hanno
queste categorie se non indefinite astrazioni di un vissuto intensamente speso
attraverso emozioni inusitate?
Qualunque situazione
si voglia intraprendere è come gettarsi nel vuoto di un inconsistente realismo
che sa di burla e beffarda illusione. E' come sprofondare in un baratro
inconsapevole perché in ogni caso non se ne conosce la consistenza.
Spesso è un sollievo
supporre che la follia possa venire in soccorso di ultimi pensieri profondi
sull'inutilità del vivere e, di conseguenza, abbia il magico potere di
annullare i costrutti di una mente non più in grado di gestire e
controllare i propri limiti. Una persona che vede sfumare l'uso della
ragione non pensa o meglio, se anche lo fa, ha un modo di pensare difforme
dagli schemi consueti.
Nell'insania della
mente si può sperare di non comprendere quello che accade quando l'ultimo
respiro è pronto per ghermire la fallace esistenza, e lo spettro della morte,
con i suoi artigli di gelo, sovrasta istanti rapidi eppure intensi. E, dopo
aver vissuto l'immobilità del tempo, imprime una coltre di silenzio.
Ritornano alla
memoria i ricordi, ma a cosa servono?
Maria Rosaria Teni
tratto dalla raccolta:"Nella casa del vento"- @diritti riservati