mercoledì 5 novembre 2014

Riflessioni estemporanee

Cammino nella notte


Prima o poi toccherà anche a me varcare quella soglia e andare … via … pur non sapendo dove.
Inevitabile uscita di scena che non prevede un rientro, ma si perde nell’oblio dell’infinito.
Precaria l’esistenza di chi nasce pur ignorando e più ancora di chi  muore pur vivendo.
Attraversare il limite per avventurarsi in un sentiero fitto di incognite e sospeso nell’incerta condizione dell’esistere. In bilico tra concretezza del reale e dubbio del vivere, si snoda una strada tortuosa che non lascia intravedere il percorso, tante sono le curve che la caratterizzano.
Immagino come sarà l’ istante in cui chiuderò la porta alle mie spalle scrutando con angoscia un cammino ignoto inviluppato nei vapori del mistero.
Quale smarrimento pervade il viaggio di un viandante suo malgrado che non riesce a scorgere  la meta e ignora il modo per trovarla!

E quando avrò attraversato quella soglia, anche il reale vissuto si dissolverà in un ricordo presto scordato e sarà come non essere mai esistita!

Maria Rosaria Teni

tratto dalla raccolta: "Nella casa del vento"@ diritti riservati


 
 

sabato 1 novembre 2014

Riflessioni estemporanee



Lo specchio


Mi sono guardata allo specchio.
Di rimando, un volto che non riconosco. Segni sul viso che non avevo ancora notato e che mi hanno dato la consapevolezza dell’inesorabile trascorrere del tempo. E’ inciso sul mio ovale un nuovo reticolo di rughe e di impronte che i giorni stanno imprimendo senza alcun riguardo.
Ricordo il sorriso spontaneo che risplendeva di serena fiducia in un futuro atteso.
Oggi, due solchi attorno alle guance, e un tiepido accenno ad un sorriso appassito.
Non rimpiango il fatto di essere invecchiata quanto di non aver saputo quando ciò sia successo. Inaspettatamente, scopro che le mie fattezze sono state alterate dal cammino di giorni mai eguali e mai eterni.
Io sono cambiata e cambierò ancora, nonostante il mio pensiero rincorra tuttavia sogni su sogni e non si arrenda alla concreta realtà che sancisce una pausa finale insoluta. Continuo a mistificare il presente e mi inerpico su strade impercorribili di un credo irrealizzabile.
Lo specchio e la visione che mi rimanda contrasta con i miei desideri di evasione da una situazione di fatto che pare io voglia trascurare. Perché il mio viso cambia ed il mio animo vive sperando? Sono controcorrente!
E’ crudele dover rinunciare a sognare, ma ancor più crudele sognare e poi guardarsi allo specchio. E’ vano il tentativo di fingere di non vedere un volto che sfuma nelle anse di un ciclo che si esaurisce.
D’ora innanzi guarderò allo specchio e penserò ad un doppio che non mi appartiene.
Continuerò a vivere nell’illusione di essere me stessa a confronto di nuvole che mutano in un cielo imprevedibile.
Maria Rosaria Teni

                                                                             tratto dalla raccolta "Nella casa del vento" - @ diritti riservati
P. Picasso, Ragazza allo specchio, 1932,
olio su tela, Moma, New York.
 

venerdì 31 ottobre 2014

Autoritratto al clavicordo

Self-portrait at the Clavichord with a Servant 
 Lavinia Fontana
[olio su tela - 1577]
Accademia Nazionale di San Luca, Roma.

Riflessioni estemporanee



La vita

La vita regala momenti indimenticabili, ma, di fronte all'inarrestabile determinismo temporale, a cosa possono servire i ricordi di quei momenti? Solo a macerarsi interiormente per l'impossibilità di arrestare il corso degli eventi e fermarsi... Ma per quanto? 
Per un attimo o un'eternità? 
E che valore hanno queste categorie se non indefinite astrazioni di un vissuto intensamente speso attraverso emozioni inusitate? 
Qualunque situazione si voglia intraprendere è come gettarsi nel vuoto di un inconsistente realismo che sa di burla e beffarda illusione. E'  come sprofondare in un baratro inconsapevole perché in ogni caso non se ne conosce la consistenza.  
Spesso è un sollievo supporre che la follia possa venire in soccorso di ultimi pensieri profondi sull'inutilità del vivere e, di conseguenza, abbia il magico potere di annullare i costrutti di una mente non più in grado di gestire e controllare  i propri limiti. Una persona che vede sfumare l'uso della ragione non pensa o meglio, se anche lo fa, ha un modo di pensare difforme dagli schemi consueti. 
Nell'insania della mente si può sperare di non comprendere quello che accade quando l'ultimo respiro è pronto per ghermire la fallace esistenza, e lo spettro della morte, con i suoi artigli di gelo, sovrasta istanti rapidi eppure intensi. E, dopo aver vissuto l'immobilità del tempo, imprime una coltre di silenzio.
 Ritornano alla memoria i ricordi, ma a cosa servono?
Maria Rosaria Teni
                                                                   tratto dalla raccolta:"Nella casa del vento"- @diritti riservati

mercoledì 19 marzo 2014

Notiziario Bibliografico n. 63 / 10 periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica a cura della Giunta regionale del Veneto

MARIA ROSARIA TENI : 
Una donna e la sua musica: Maddalena Laura Lombardini Sirmen e la Venezia del XVIIIsecolo, prefaz. di Francesco Mineccia, Novoli (LE), Bibliotheca Minima, 2007, 8°, pp. 127, s.i.p.
Maddalena Laura Lombardini, veneziana, è stata la prima virtuosa e concertista di violino della storia e si esibì nei più importanti teatri e sale da concerto europei del Settecento. Visse tra il 1745 e il 1818. Entrò giovanissima nell’Ospedale dei Mendicanti dove iniziò la sua formazione quale cantante, clavicembalista, compositrice e violinista,ma furono determinanti le lezioni ricevute da Giuseppe Tartini a Padova, dove i Governatori dell’istituto pio veneziano acconsentirono che lei soggiornasse in diversi periodi, riconosciutane la valentia allo strumento ad arco. Una volta raggiunta una piena maturità artistica lasciò i Mendicanti anticipatamente, grazie al matrimonio con il violinista Ludovico Sirmen, non senza scatenare opposizioni e polemiche da parte dei Governatori: essi tentarono il possibile per trattenerla, affinché ponesse il suo talento al servizio dell’Ospedale, “restituendo” quanto aveva ricevuto dall’istituzione durante il suo soggiorno. Contravvenendo alle disposizioni dei Mendicanti, calcò le scene dei teatri europei: da Parigi a Mosca, da Torino a Londra, senza far torto ai paesi di lingua tedesca. Pubblicò anche musica: concerti per violino, duetti per due violini, terzetti con violoncello e, assieme al consorte, quartetti per archi; edizioni che vennero stampate (e ristampate) a Parigi, Londra, L’Aja, Lipsia, Amsterdam, e che dettero origine a una cospicua messe di copie manoscritte disperse in varie biblioteche italiane, europee e statunitensi. A giudicare dal primo dei suoi tre testamenti, la sua carriera e la sua abilità negli investimenti terrieri e finanziari le consentirono di guadagnare somme considerevoli, che le permisero di vivere più che agiatamente anche dopo la separazione dal marito e l’abbandono del concertismo, nella seconda metà degli anni ottanta, e il ritiro nella sua residenza veneziana.
 La monografia di Maria Rosaria Teni, originata dalla tesi di laurea in Storia moderna e mediata dal suo articolo Maddalena Laura Lombardini Sirmen: una musicista del XVIII secolo, ospitato nel quadrimestrale “Studi storici” (XXXV/2, maggio-agosto, 2006), non manca di fornire uno spaccato della vita musicale veneziana settecentesca con particolare attenzione all’ambiente degli Ospedali, dando vita ad un lavoro che sarà soprattutto apprezzato da musicofili e da melomani. |
Francesco Passadore

 http://www.poligrafo.it/Notiziarioweb/pdf/Notiziario%2063.pdf