lunedì 22 gennaio 2018

La pioggia

Mi piace ascoltare il rumore della pioggia sul tettuccio della macchina mentre, seduta all'interno, guardo il mondo fuori e mi allontano dalla realtà materiale che mi attanaglia quotidianamente. Posso indugiare con lo sguardo sulle gocce di pioggia che diluiscono la loro veemenza adagiandosi sui vetri ed enfatizzando un paesaggio incredibilmente liquido. Le strade luccicanti riflettono lembi di cielo che rischiarano il grigio cupo dell'asfalto con barlumi di chiarore alternato a pozzanghere umide di fango.
Non muovo un dito per pulire i vetri perché voglio nutrirmi anch'io di quell'acqua benedetta che scende dal cielo e irrora ogni sozzura terrena. Un albero alla mia sinistra agita debolmente rami coraggiosi  che si rinfrescano sotto lo scrosciare continuo della pioggia incessante. Il verde appassito delle foglie trae vigore e promette nuove primavere.
Osservo, ascolto, sono un'unica sostanza nella materia circostante e sono felice di non appartenermi, ma di essere parte di un'entità che non sono io.
Non penso, perché il mio spirito è immerso in un panteistico e sublime incontro con la terra e gode di attimi di eterea inconsapevolezza.
La pioggia continua a cadere, ora con più violenza. Buca i vetri dell'auto di ghirigori impazziti, presto sostituiti, presto dileguantisi in misteriose evaporazioni.
Raramente passa qualche macchina ed il rombo copre il ticchettio, rompendo il mio sogno di compenetrazione in una natura materna che accoglie i miei pensieri stanchi e li culla... in eterno.
Maria Rosaria Teni

Nessun commento:

Posta un commento